When The Darkness Comes

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    L'estate dei miei diciott'anni fu l'estate più importante della mia vita.



    Quelle sere afose ero solita uscire con Claire, compagna di scuola con cui andavo molto d'accordo, eravamo buone amiche e sembravamo comprenderci a vicenda.



    -Stasera sento che succederà qualcosa di meraviglioso!- disse mentre passeggiavamo l'una accanto all'altra.



    Sollevai gli occhi al cielo.
    -Lo dici sempre Claire, sarà mai la volta giusta? Siamo alla fine dell'estate e ancora non è successo nulla...-
    -E' la tua negatività che ostacola il mio spirito-
    -Io credo che il tuo spirito sia completamente disconnesso..entriamo in quel bar! Vieni- e dicendo così me la trascinai dietro sorridendole.



    Lei mosse i capelli biondi atteggiandosi e scoppiamo assieme a ridere.



    Eravamo così ingenue e spavalde da sembrare maleducate delle volte.
    -Sediamoci a quel tavolino e ordiniamo..- dissi più a me stessa che a lei.
    Conclusa l'ordinazione iniziai a guardarmi attorno, non c'era molta gente.



    -Aline...-
    -Che c'è?- chiesi rivolta alla mia amica.
    -Quel tipo là in fondo, quello carino, ti sta guardando..-



    Sollevai le sopracciglia e mi girai piano.
    -Ma chi? Quello coi capelli chiari??-
    -Ma no! Cioè forse, ma ti sta guardando anche l'altro, quello bruno!- mi girai nuovamente, ignorando completamente il fatto di sembrare una maniaca.







    Fu in quell'attimo, in quel preciso momento che la mia vita ricevette quel tic.
    Ho sempre avuto una teoria a riguardo, siamo artefici del nostro destino...nulla di più vero, ma ho sempre pensato che ci sono attimi nella nostra vita che dovevano accadere, dovevano essere. E quando questi attimi arrivano lo senti, il tuo corpo si sente attratto verso quella direzione e la tua anima sembra volargli incontro. Non so se ci saremmo incontrati in qualche altro modo, se i nostri cuori avrebbero viaggiato lontani per poi scontrarsi. Ma accadde quella sera afosa, con un vestitino celeste addosso e l'ansia dei primi sguardi. Sentii quel tic e le nostre anime che si incontravano.
    Lui ricambiò il mio sguardo e mi sorrise ammiccando. Sentii le guance andare in fiamme e mi girai improvvisamente.
    -Ma che fai? Diventi bordeaux proprio ora??- mi chiese Claire ridendo più forte di quanto mi facesse piacere.
    -Grazie per averlo sottolineato- dissi a denti stretti, avevo sempre odiato quando qualcuno mi faceva notare il mio rossore sul viso.



    Improvvisamente Claire spalancò gli occhi.
    -Oddio, sta venendo quì...-
    -Cosa??- dissi sottovoce, sperando di evitare qualche figuraccia.



    Improvvisamente lo vidi in piedi di fronte a me. Sentivo il cuore battere fortissimo per l'agitazione e la vergogna. Lui sembrava calmo e padrone di quello che stava per fare.
    -Posso offrirle qualcosa da bere, signorina?-



    Ci furono pochi secondi di silenzio. Lo guardavo attenta per capire il da farsi, era un bel ragazzo, questo era ovvio. Ma c'era qualcosa in lui che mi provocava nervosismo, forse il suo essere spavaldo e sicuro di se.
    -Direi di no, ma la ringrazio.- dissi cortesemente e aspettando una sua espressione quasi di vergogna invece rimase impassibile.



    -Un vero peccato, magari può concedermi un appuntamento!- disse allegro.



    -Non la conosco e no, non avrà nessun appuntamento!- mi sentivo stizzita ed a disagio.



    -Claire, andiamo, non è posto per noi!- Claire si alzò assieme a me dalla sedia e mi seguì con un'espressione di puro stupore.



    Lasciammo quel ragazzo così, in piedi vicino a quello che era stato il nostro tavolo, con un espressione beffarda sul viso.



    Una volta uscite dal bar Claire parlò.
    -No ma dico, perchè siamo scappate così??-
    -Claire, ma chi si crede di essere? Era così convinto che dicessi di sì che mi ha dato sui nervi!!-



    -E certo, è così bello!! Non sei normale!-
    La guardai male ma non le risposi, camminando al suo fianco zitta e pensierosa.






    Rimpiansi subito di essermi offerta di portare in giro Lucky, aveva una voglia assurda di correre, fregandosene della sua padroncina.
    -Smettila di correre, non riesco a starti dietro!- Lei mi guardò con aria dolce e continuò la sua passeggiata rallentando il passo.



    -Ecco brava!-
    Continuammo la nostra camminata in silenzio. Mi piaceva portare il mio cane a passeggio ma quel giorno ero particolarmente nervosa.
    -Signorina!- mio malgrado riconobbi la voce del ragazzo.
    Mi raggiunse e si mise al mio fianco, continuai a camminare così lo fece anche lui.



    -Se mi sta seguendo o altro la avverto, il mio cane è abbastanza geloso e feroce..-
    -Non lo metto in dubbio, signorina..-



    -La smette di chiamarmi così?- chiesi con tono di sfida.
    -Solo se mi dici il tuo nome..-
    -Aline..e lei è?-



    -Noah Peterson! Allora il nostro appuntamento?-



    Smisi di camminare e lui di conseguenza. Lo guardai attenta e notai che non scherzava, era serio e sereno. La sua espressione ed i suoi occhi mi addolcirono e sentii quel tic pungolarmi la schiena, spingermi verso di lui.
    -Mi dia un motivo per farlo..non posso uscire con uno sconosciuto..-



    -Perchè anche tu sei attratta da me come io lo sono da te..- rimasi spiazzata dalle sue parole.



    -E' piuttosto convinto di quello che dice...e comunque no, grazie, non uscirò con te, Noah, ho diciott'anni e non ti conosco..-
    -Io ne ho venti e mi conosco tanto da sapere che quando voglio una cosa la ottengo...e voglio uscire con te!- Quella sua espressione buffa mi fece sorridere.
    -Allora ragazzo di vent'anni ti consiglio di non correre dietro alle ragazze...fatti desiderare!- dissi ironica.



    -Non se quella ragazza sei tu..- sentii le guancie andare in fiamme.



    -Okay, sei molto bravo a fare questo, corteggiare e tutto il resto, ma l'epoca dei grandi amori è finito caro..se mi vuoi scusare..- feci per andare ma volevo solo che mi bloccasse.



    Ed infatti parlò.
    -L'epoca dei grandi amori non finisce mai- Mi guardava così intensamente che pensai di annegare in quell'oceano.












    Dissi a Noah di vederci qualche giorno dopo, chiedendogli di uscire assieme a qualche nostro amico, nonostante la delusione iniziale da parte di lui accettò volentieri. Io pregai Claire di accompagnarmi e con lui venne lo stesso ragazzo coi capelli chiari della sera in cui lo vidi per la prima volta. Scoprii che il suo nome era Anthony, un tipo allegro ma non sfacciato come Noah.
    Eravamo seduti ad un tavolino simile a quello della prima sera in cui ci vedemmo per la prima volta.



    Alla fine ce l'aveva fatta a strapparmi quell'uscita, erano stati i suoi modi di fare, sembrava sempre così convinto di ciò che diceva...infondeva una certa sicurezza. O forse ero io, testarda e sfacciatamente avventuriera, che non mi ero fatta più di tanto intimorire ed avevo ascoltato l'istinto ed il destino.
    -Allora ragazze, cosa fate? Studiate..lavorate?- era stato Anthony a porgere la domanda ad entrambe.



    -Studiamo, all'istituto superiore di Graywood..- ero stata io a rispondere e sentivo lo sguardo di Noah su di me.



    Anche solo il pensiero che mi stesse guardando mi mandava in tilt il cervello, eppure non ero un tipo che si faceva intimidire facilmente, e non dai ragazzi.



    -E voi?- chiese Claire. Aveva con cura parlato al plurale, non sapendo chi dei due avrebbe risposto.



    -Io e Anthony stiamo tentando la vita militare, inizieremo il corso ad Ottobre..- sembrava particolarmente convinto con quell'affermazione e quel pensiero mi permise di guardarlo negli occhi senza sentirmi in imbarazzo.



    -Ah wow, non semplice come percorso...- sentii la voce di Claire pronunciare quella frase ma ero rapita dai gesti di Noah. Sembrava sapesse come muoversi, come parlare. Così sicuro di sè.



    -Già ma ne vale la pena, almeno andremo insieme, giusto Noah?- Anthony sembrava sempre allegro e col sorriso sulla faccia.
    Quella sera andammo avanti a parlare di stupidaggini, nessuno parlò più del proprio futuro. Eravamo quattro ragazzi seduti ad un bar che chiacchieravano allegramente e con spensieratezza.



    Non sapevamo che il destino stava cucendo ad opera d'arte su di noi le nostre vite, ma in fondo è così...non si sa mai prima qual'è quell'attimo in cui la nostra vita cambia. Quella sera segnò le nostre strade che si stavano incrociando ed inevitabilmente non si sarebbero più perse.




    Passò del tempo da quell'appuntamento e Noah non si fece sentire molto. Qualche messaggino convenzionale e nient'altro.
    Era una tiepida domenica di Settembre, il 19 precisamente.



    Dormivo tranquilla quando sentii dei rumori provenienti dalla finestra. Mi svegliai, notando che erano le 5 di mattina..
    Sembrava non esserci nulla di strano quando notai che qualcosa continuava a fare del rumore. Ebbi un sospetto ma lo allontanai immediatamente. Mi avvicinai alla finestra e la aprii lentamente.



    Mi guardai attorno e proprio quando pensavo che quel rumore non era nulla di che, lo vidi.



    Appoggiato alla macchina, con l'aria di chi sa che ha raggiunto il suo scopo.



    Non ci credo, pensai. Non poteva essere vero. Si avvicinò ancora di più alla mia finestra.
    -Che cosa ci fai quì e a quest'ora?- chiesi cercando di parlare a bassa voce.
    -Ti va di venire a fare un giro? Per portare fuori Lucky?-
    Cercai di rimanere impassibile di fronte a quella frase. Lucky?? Era venuto fin sotto casa mia per il mio cane? Meraviglioso.
    -Direi che è un pò presto per la sua passeggiata..- dissi vaga.
    -Beh, lei non è d'accordo..- e dicendo così mi indicò la mia cagnolina che era effettivamente contenta di vederlo.



    Sbuffai sonoramente e cercando di capire se quella del cane era una scusa o era davvero interessato a portarla in giro. Sollevai gli occhi al cielo.
    -Il tempo di vestirmi..-
    Cercai qualcosa alla rinfusa nell'armadio, cercando di capire come diavolo conciarmi. Quando il risultato mi soddisfò uscii di casa. C'era un leggero venticello e l'aria era molto fresca.
    -Per me potevi anche restare col pigiama..- disse non appena mi vide.
    -Solitamente la gente avvisa, prima di trascinare altri fuori di casa..- dissi quando ormai eravamo in macchina, con Lucky che sembrava la più felice del mondo. Dentro di me le somigliavo parecchio, ma non volevo dimostrarlo al ragazzo che guidava al mio fianco.



    -Tanto per la cronaca, non ho trascinato fuori di casa proprio nessuno..- disse con un sorrisino sul viso. Ignorai quella frase.



    -Cosa ci facevi sotto casa mia alle 5 di mattina? Non mi dire che eri di passaggio!- lo misi in guardia. Pensai che mi avrebbe rifilato un'altra risposte delle sue.
    -Volevo mostrarti una cosa e solo a quest'ora è possibile..- era serio e tremendamente sincero che calò tra noi un silenzio imbarazzante.



    Appoggiai il viso al finestrino e mi lasciai cullare dai movimenti dell'auto. Restammo parecchi minuti il silenzio.
    -E così i tuoi penseranno che sei scappata di casa!- disse stranamente allegro.
    -Immagino di no..vivo con mia nonna- dissi aggiustandomi sul sedile.
    -Ah...e lei non si preoccuperà?- mi chiese cauto. Intanto notai che stava girando per una via più interna e quindi dovevamo essere quasi arrivati.
    -Non credo, sono io a svegliarla alle 7..solitamente dorme sempre..non sta molto bene..-
    -E come mai vivi sola con lei..i tuoi..- era vago e per una volta provai una certa soddisfazione nel vederlo in imbarazzo.



    -Sono morti, incidente d'auto...otto anni fa..-



    -Mi spiace..non volevo..-
    -Tranquillo, davvero!- Notai che c'eravamo fermati così aprii lo sportello della macchina e scesi. Ero stata così distratta dall'argomento della nostra conversazione che non mi accorsi dove ci trovavamo: spiaggia di Graywood.
    Sapevo che le mie guancie erano bollenti, visto quanto consideravo romantico un posto del genere e soprattutto a quell'ora. Mi avvicinai di più verso il mare, senza bagnarmi mai i piedi però.
    -Siamo quì per vedere l'alba?- chiesi mentre osservavo Lucky correre felice.



    -Ehm..l'alba è dalla parte opposta, ma non si può raggiungere un posto per osservarla come si deve per colpa delle montagne ma diciamo che l'ora è comunque particolare e..- capii che era un modo per giustificarsi per non aver trovato quel posto della città che ti permette di vedere il sole comparire, come nei film.



    -Tranquillo, quì è comunque bellissimo..- e dicendo così mi sedetti sulla sabbia. Lui mi fissò per qualche secondo e poi fece lo stesso.



    -Lucky sembra felice..- disse lui.



    -Ama i posti così tranquilli ed ampi quindi penso proprio di sì...- dissi sistemandomi meglio sulla sabbia.
    -Ero convinto che ti avrebbe dato fastidio sporcarti..- lo guardai sorpresa.
    -No, il contatto con la sabbia non mi scandalizza..- dissi accennando un sorriso.



    Fissai il mare di fronte a me, era uno spettacolo mai visto. Una spiaggia deserta, il mare immenso e le sue onde che si infrangevano contro gli scogli, i colori del cielo simili a quelli pastello..rosa, celeste..verde, giallo..provai una calma ed una serenità che mi sorprese a tal punto da lasciarmi senza parole.



    Restammo per un pò in silenzio che persi la concezione del tempo. Lucky si era stancata di correre e stava sdraiata poco lontano da noi. Mi voltai per osservare Noah, guardava il mare di fronte a sè e sembrava la persona più rilassata e tranquilla del mondo. Approfittai di quella sua distrazione per osservarlo meglio.



    Mi soffermai sul suo profilo, sul modo in cui il naso pendeva, sulle ciglia appena folte, sulle sue labbra, la fronte, come gli ricadevano i capelli, tutto di lui me lo presentava irresistibile.
    -A furia di osservarmi mi consumerai..- disse con un ghigno beffardo. Mi girai di scatto ed avvampai. Maledetto, mi aveva beccata.



    -E' bellissimo quì...mi fa piacere aver visto questo posto..- dissi con gli occhi puntati verso il mare, con la speranza di far sparire quel rossore imbarazzante sul viso. Lui continuava a sorridere beandosi del momento. Adorava mettermi in queste situazioni imbarazzanti.
    -Non c'è niente di male ad ammettere che ti piaccio..- e dicendo così si fece più vicino.
    -Si invece..qualcosa c'è di male nel farlo..-



    -E sarebbe?- mi chiese sempre più vicino al mio viso. Avevo la mente quasi annebbiata e a distanza di qualche secondo avrei già scordato la mia frase.
    -Saresti fin troppo soddisfatto della mia ammissione...- le nostre labbra erano a pochissimi centimetri di distanza.
    -Forse hai ragione Ali..ma al momento c'è qualcuno che mi distrae...- senza rendermene conto chiusi gli occhi.
    -E sarebbe?-
    -Tu- e detto questo sentii le sue labbra sulle mie.



    Fu un contatto nuovo e piacevole allo stesso tempo, senza aspettare iniziò a baciarmi prima delicatamente poi con più passione.



    Quando lo baciai per la prima volta, pensai a tutti gli altri baci dati e nessuno mi aveva scosso tanto quanto quel bacio, nessuno era riuscito a farmi sentire in quel modo prima di allora.




    Il lunedì successivo verso le 7 e un quarto mi trovavo alla fermata del pullman per andare a scuola. Iniziava a fare fresco ed indossavo un giubbino per tenermi calda. Ormai non c'erano più le calde giornate estive e così avevamo iniziato a coprirci.



    Aspettavo da parecchi minuti e la mia pazienza sembrava essere esaurita quando sentii il clacson di una macchina. Inizialmente ignorai quel rumore, poi mi accorsi che era rivolto a me. Noah era in macchina e mi guardava con aria divertita.



    Quando incrociai il suo sguardo sentii il cuore battere a mille.
    -Cosa ci fai quì?- dissi vicina al suo finestrino e accennando un saluto con la mano.



    Lui mi risponde alzando un sopracciglio.
    -Ho pensato che una donzella avesse bisogno di un passaggio..- quella sua frase mi scaldò il cuore.



    -Non perderai del tempo...?-
    -Aline, con te non perdo mai del tempo, sali dai..- e dicendo così aprii lo sportello per salire.
    La radio era accesa ma era ad un volume talmente basso che potevo ascoltare il rumore del suo respiro.
    -Eri di passaggio?- chiesi per dire qualcosa.



    -No, veramente..avevo voglia di vederti..- come faceva ad essere sempre così diretto?
    -Noah, non abbiamo più parlato di..quello che è successo sulla spiaggia..- non sapevo come iniziare a dire quel discorsone spettacolare che mi ero preparata.
    -Hai ragione..sono d'accordo- mi girai di scatto sorpresa dalla sua frase -quel bacio è stato spettacolare- disse ghignando.
    -Noah!- e dicendo così gli diedi un colpo sul braccio, abbastanza debole per non fargli perdere la presa sullo sterzo. Lui ridacchiò in risposta al mio colpo.
    -Intendevo dire..forse stiamo correndo troppo, parli come se stiamo assieme e...- non sapevo come continuare, il suo sorriso beffardo non aiutava e avrei voluto solo dargli un pugno.
    -Ali, ti preoccupi troppo!-
    -Tu tra un mese parti per il corso da militare e non sò neanche quante volte ci vedremo..- ecco l'avevo detto! Lui si fece stranamente serio.



    -Lo so, hai ragione...ma ci vedremo..la mia partenza non significa nulla, saranno sempre periodi brevi..- rimasi in silenzio a riflettere. Una parte razionale di me mi consigliava di chiudere immediatamente i rapporti con questo ragazzo bellissimo che sapeva sempre come catturare la mia attenzione. Una parte di me...aveva quel tic che le pungolava la schiena, una mano costante che mi spingeva verso di lui...come potevo così giovane capirlo, non lo so, ma scelsi di dar retta alle sue idee e mi lasciai trasportare da quel tic e dall'istinto. Fin da piccola ero sempre stata una persona molto curiosa, testarda e temeraria, fin troppo delle volte e quella nuova quasi-relazione era una scommessa bellissima. Assorta nei miei pensieri mi accorsi che eravamo arrivati alla mia scuola, era l'unica della città quindi probabilmente qualche anno prima era stata la sua. Notai che scese per aprirmi lo sportello.
    -Che galante, Peterson..- lui non disse nulla ma si limitò a regalarmi un suo meraviglioso sorriso.



    -Ci vediamo nel pomeriggio?- mi chiese vicinissimo al viso.



    -Sì.- risposi con semplicità e poi mi lasciai trasportare da un suo bacio.






    Ovviamente dopo quella vicenda Claire non mi dava pace. Continuava a tormentarmi su quanto fosse romantico, bello, interessante e tutto il resto, il suo entusiasmo era sempre eccessivo ma per una volta le dovevo dare ragione: appena entrata in classe anche io passai la prima ora completamente assorta e frastornata.





    Il mese successivo fu il mese più spensierato della mia vita. Io e Noah eravamo ormai una coppia.



    Ci vedevamo talmente spesso che iniziai a conoscere di più di lui e della sua vita.



    Aveva ancora entrambi i genitori, un pò chiusi di mentalità ma sempre presenti per lui e ciò gli bastava. Era figlio unico come me e il suo unico 'fratello' era Anthony, conosciuto al liceo.
    Gli presentai mia nonna e lei ne rimase più affascinata di me se possibile, la faceva ridere continuamente e questo me la mostrava finalmente allegra e vivace come da tanto tempo non la vedevo. Spesso mi incantavo a guardarli parlare assieme, Noah le diceva che era bellissima e lei arrossiva come un'adolescente.



    Aveva la capacità di farti sentire bella.



    Con lui imparai ad amare me stessa per prima, imparai ad apprezzare il colore dei miei occhi e quello strano dei miei capelli.



    Noah amava il sole ed il mare, mi aveva mostrato la spiaggia perchè, mi disse giorni dopo, se l'avessi apprezzata quanto lui mi avrebbe baciata ed in effetti così fu.



    Amavo quel suo modo di parlare, a volte con troppa foga tanto che gesticolava troppo e dovevo fermarlo ridendo.



    Quando ascoltava qualcun'altro parlare era tutto concentrato e faceva una strana espressione, quando glielo dissi iniziò a dire che la mia era tutta invidia.



    Una nostra tradizione divenne il cinema la domenica sera per poi concludere la serata con una passeggiata.











    Uscivamo spesso con Claire ed Anthony, io tifavo per loro due assieme ma Noah continuava a ripetere che non si assomigliavano per niente ed io esclamavo: 'appunto!'



    Non si misero mai insieme, anzi, ogni sera Claire portava un ragazzo nuovo che non durava più di un sabato sera.
    Iniziai a trovare Anthony divertente e passammo tanto tempo insieme, era simile a Noah ma meno diretto, questo lo rendeva simpatico, vivace ed un ottimo amico.







    Come tutte le cose belle della vita, anche quel mese finì, arrivò il giorno della loro partenza per il militare.



    -Non fare quella faccia, torno il 6 Dicembre...non è tanto tempo...- lo guardai male.



    -Sono due mesi...ed io starò quì ad aspettarti..per sempre..- lui sorrise addolcito dalla mia espressione.



    -Non per sempre, signorina Campbell, dai! Ti chiamerò tutte le sere, promesso!-



    -Non è che hai sparse per il mondo altre donzelle che aspettano le tue chiamate?- dissi abbracciata a lui. Quanto mi sarebbe mancato il suo profumo?



    -Mi hai dato un'ottima idea!- gli diedi un leggero colpetto sul petto e mi lasciai cullare dalle sue braccia.



    -Tranquilla Ali, a lui ci penso io!- disse Anthony comparendo alle spalle del mio ragazzo.



    Abbandonai le braccia di Noah per abbracciare anche lui.



    -Mi raccomando! Fate i bravi entrambi..-



    Mi allontanai di poco guardandoli.
    -Siete belli però eh!- dissi così cercando di sdrammatizzare.



    -Se n'è accorta solo ora, Ant!-
    Diedi un bacio a Noah come fosse l'ultimo e li osservai allontanarsi.











    A differenza di quanto pensassi, il tempo passò, lentamente ma passò. Sentivo la mancanza di Noah ed Anthony ogni giorno. La scuola procedeva lentamente, assieme a Claire, tutto sembrava più leggero e meno pesante ma poco dopo quei tempi lontani, fatti di brevi telefonate sembrarono giornate buie e grigie, dove quasi niente aveva senso.
    -Pronto? Noah, mi senti?- era sera ed erano un pò di ore che non riuscivo a contattarlo. Il cellulare suo risultava sempre con pochissima linea telefonica.



    -Aline, ora sì...ho poco tempo, penso che tra un pò la linea cadrà di nuovo...- ero stanca di sentire quelle frasi, avrei voluto abbracciarlo a me, stringerlo a me. Invece ero aggrappata ad uno stupido telefonino.



    Quando era successo? Me l'ero chiesta più volte...quando era successo che questo bel ragazzo un pò impertinente mi era entrato così nel profondo? Come aveva preso le chiavi del mio cuore senza che mi fossi accorta di averle generosamente offerte? Fu una sera come quelle, dove ero incollata ad un telefono e maledicendo la lontananza che me ne resi conto: mi stavo innamorando di quel ragazzo.



    Mi stavo innamorando dei suoi occhi azzurri, dei capelli castani e delle sue spalle. Quella consapevolezza mi paralizzò per qualche minuto e mi resi conto che anche con quella certezza potevo continuare a respirare. Ma lui? Lui cosa provava realmente per me? Passai le settimane successive a chiedermelo continuamente: Noah Peterson, cosa provi per me?



    Non sapevo dare una risposta a quella domanda perchè l'unico che poteva non era vicino a me, era lontano...





    -Siamo quì da un'ora ormai..sei sicura che sia quì che atterrano?- mi chiese per l'ennesima volta Claire.
    -Sì, certo...come potrei sbagliarmi?- chiesi nervosi a mia volta.
    -Sarà..Mike starà congelando là fuori..- Mike, il suo attuale ragazzo. Alzai gli occhi al cielo.
    -Digli di entrare no? E comunque è in macchina..- dissi con la mente rivolta solo al ritorno del mio ragazzo.



    -Sarà sommerso dalla neve ormai...- si lamentò lei in risposta. Sbuffai impaziente, sapevamo entrambe che sarebbe stato l'ennesimo ragazzo, troppo sdolcinato, carino e pieno di cuoricini per essere il suo tipo.
    -Mi sembra di vedere più movimento..non credi?- mi chiese lei ad un certo punto. Non le risposi perchè ero intenta a vagare con lo sguardo su tutti i passeggeri che che passavano dal corridoio in cerca del mio passeggero.



    Fu un attimo e lo intravidi, non mi resi conto di quanto realmente mi fosse mancato fino a quando non mi buttai letteralmente tra le sue braccia. Mi stringeva forte a sè e sentii di essere finalmente di nuovo completa.





    -Mi sei mancato tanto..- dissi con il viso nascosto nell'incavo del suo collo.



    -Anche tu..- e mi baciò dolcemente.



    Appena mi allontanai da lui abbracciai anche Anthony, che notai essere più magro e muscoloso.
    Quella scenetta fu la prima di una lunghissima serie. All'epoca non lo sapevo, ma tante altre volte sarei stata in attesa del suo arrivo, mi sarei trovata a chiacchierare con vecchietti nell'attesa...ma ancora di più, non sapevo che quell'abbraccio e quei baci appena dopo il suo arrivo, sarebbero rimasti sempre i più belli e i più appassionati.





    La prima festa che trascorremmo assieme fu Capodanno, avevo deciso di festeggiare da me. A dire il vero non era chissà quale party, dato il numero ridotto di invitati: Noah, Ant, Claire ed i rispettivi fidanzati. Nel breve tempo tra il loro ritorno e Capodanno Anthony aveva trovato una ragazza, una tipa silenziosa e molto alla mano, nulla di più nulla di meno. Claire continuava a vedersi con Mike stranamente.
    Il primo ad arrivare fu Noah che mi diede una mano in cucina e a sistemare un pò la casa, dato che mia nonna verso le otto di sera era già a letto a dormire. Lucky ci scodinzolava attorno allegra come se tutto questo rendesse anche la sua serata piacevole.
    Io ero particolarmente silenziosa quella sera, da quando Noah era tornato era di nuovo tutto tornato a brillare ma c'era qualcosa che non mi dava pace: Noah mi aveva raccontato tutto tranne ciò che avevano fatto durante il corso e continuava a rimanere vago sui suoi sentimenti, un mix di dubbi e paure che quel giorno mi stavano assalendo.
    -Ho notato...- iniziai schiarendomi la voce -che parli poco..del corso e tutto il resto..mi racconti solo i momenti passati con Ant e niente di più..- non sapevo cosa dire e neanche se quel poco che dicevo lo esprimevo nel modo giusto.



    Lui mi guardò accigliato, come se stesse facendo un enorme sforzo per capirmi.
    -Ali..se vuoi chiedere qualcosa, chiedila e basta..- voleva usare un tono affettuoso ma mi sembrò quasi un'accusa.



    Mi ami?
    -Mi racconti del corso?- Lui parve sorpreso da quella domanda.
    -Non c'è molto da dire Aline..- una parte di me sapeva che stava omettendo qualcosa. Così lo guardai intensamente, puntando tutto sul mio sguardo convinto e perentorio.



    Lo vidi sbuffare e farsi più vicino.



    -C'è una possibilità molto alta..che il nostro gruppo sia il primo a partire..- sentivo che quella frase fu una fatica fisica per lui pronunciarla. Cercai di fingermi impassibile.



    -Per partire intendi..- non sapevo cosa dirgli, perchè in realtà non sapevo cosa provavo io stessa. Avevo sempre pensato in quei giorni al corso come qualcosa di puramente didattico, non me lo immaginavo via, lontano e soprattutto non in pericolo di vita.



    Ma quella era la professione che aveva scelto, quello era ciò che aveva scelto per la sua vita...ed io non sarei mai stata la fidanzata che gli avrebbe impedito tutto quello, perchè anche quelle sue scelte lo rendevano chi era in quel momento ed io ormai avevo capito di amarlo, pregi e difetti. Lo guardai intensamente e poi sorrisi appena per darmi la forza di non pensare al peggio.
    -Vedi solo di ritornare sano e salvo!- lui mi guardò sorpreso.



    -Non...non sei arrabbiata?-
    -No...fa parte di te, giusto? E' una tua scelta Noah..e questo momento sarebbe comunque arrivato- glielo dissi senza risentimento.



    Lui sorrise appena e mi bacio, come per ringraziarmi per la mia comprensione.






    Qualche ora dopo eravamo tutti in salotto, con la costante presenza di Lucky che andava su e giù per la sala. Ero preoccupata per i fuochi d'artificio che solitamente la spaventavano molto, e per questo motivo avevo preferito festeggiare da me così da starle vicino.



    Stavamo chiacchierando tranquillamente quando Ant si accorse dell'orario.
    -E' quasi mezzanotte...andiamo fuori per vedere qualche fuoco d'artificio?-



    Uscimmo tutti fuori e mi accertai che Lucky si trovasse vicino a noi.
    Guardavamo silenziosi il cielo e sentivo la presenza di Noah al mio fianco, ripensavo ancora alla conversazione avuta prima in cucina.



    C'era qualcosa dentro di me che sapeva di incompiuto.
    Fu un attimo ed i fuochi d'artificio iniziarono a comparire alti nel cielo.
    -E' mezzanotte, è mezzanotte!- era stata Claire ad emozionarsi in maniera quasi febbrile. Dopo essermi accertata che Lucky fosse tranquilla con lo sguardo mi voltai verso Noah, le sue mani mi cinsero la schiena.



    -Buon anno Aline..- gli sorrisi dolcemente e lui stava per avvicinarsi per baciarmi quando lo bloccai.





    -Devi promettermi una cosa..- lui mi guardò confuso -prometti che tornerai tutte le volte da me? Vero?- Lo vidi sorridere come tranquillizzato dalla mia domanda.



    -Tornerò..-
    -E tornerai tutte le volte?-
    -Tornerò sempre da te, Aline, perchè ti amo..-



    Lo guardai confusa dalla promessa appena fatta e dalle altre due paroline finali.



    Respirai appena e gli sussurrai un silenzioso 'anche io ti amo' prima di baciarlo io per prima per augurare ad entrambi un buon anno, assieme.

     
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    Passarono tre lunghi anni da quel capodanno. La mia vita in quel lasso di tempo era cambiata in tantissimi aspetti. Prima fra tutte mia nonna non c'era più, aveva smesso di essere la mia coinquilina più simpatica e mi ero ritrovata sola in quella piccola nostra casa. Nonna per fortuna aveva messo da parte una piccola somma che mi aiutava a pagare la luce, il gas, l'acqua...finiti gli studi avevo cercato un lavoretto e dopo le prime difficoltà era stato tutto più semplice. Avevo trovato posto in alcuni alberghi ed alcuni bar. In quel momento della mia vita però ero cameriera in un ristorante importante. Avevo poco tempo per me ma quando riuscivo a prendermi una pausa stavo sempre con Lucky e Claire.



    Lei aveva una vita diversa dalla mia, studiava e mi raccontava appassionata dei suoi studi di psicologia. Non l'ho mai guardata con invidia perchè forse non sarebbe stata neanche quella la mia strada, però mi piaceva ascoltarla ed essere partecipe di quella sua parte di vita. Lei era ancora single, ma più bella che mai ad i miei occhi.
    Noah, aveva mantenuto la sua promessa, era tornato da me ogni mese, mi chiamava, ci scambiavamo lettere infinite e ad ogni ritorno era come il primo, erano attese infinite che quando venivano colmate mi regalavano momenti di gioia infiniti. Col tempo compresi il significato della parola amore. Con lui imparai a destreggiarmi in quella grande avventura che è una relazione. In quegli anni cambiai modo di vedere la vita e l'amore. Cambiò la mia mentalità ma accompagnata sempre dalla presenza costante di Noah. Capii che l'amore vero era quello che provavo io in quei mesi, non quello iniziale che col senno di poi avrei chiamato infatuazione. L'amore non è semplice come lo si dipinge, e anche questo lo capii col tempo. Non era facile aspettare Noah, credere sempre nel nostro rapporto, c'erano state telefonate dove gli avevo urlato in lacrime di non farcela più, dove mi aveva detto che non dovevo rinfacciargli le cose, e cinque minuti dopo ci richiamavamo dicendoci scusa a vicenda. Posso dire di aver conosciuto Noah totalmente anche nelle sue assenze ma soprattutto nelle sue presenze.



    Se mi chiedessero cos'è l'amore, cos'è necessario per viverlo e coltivarlo appieno...allora direi che l'amore è compromesso. Claire storce il viso quando glielo dico, dice che lei non scenderà a compromessi per nessuno; io sorrido quando lo dice perchè non è innamorata e non sa cosa vuol dire. Io e Noah eravamo due caratteri forti e messi assieme lo eravamo ancora di più, ma solo quando abbiamo litigato ho capito quanto fosse forte il nostro amore, solo quando ho temuto di perderlo gli sono corsa incontro come non mai.



    L'amore è rendersi conto di avere una persona al proprio fianco e che da un certo momento non si è più soli, ma si fanno le cose in due...e così si deve arrivare al compromesso, per rendere felici entrambi e per creare armonia in una coppia. Io e Noah costruimmo un rapporto fondato sulla fiducia reciproca e sulla sincerità. Eravamo una coppia giocosa e passionale, dolce e maliziosa. Amavo tutto di quegli anni. Amavo il mio ragazzo e amavo chi ero diventata: una piccola donna sicura di sè, indipendente ed innamorata.




    Era Luglio 2013 ed era finalmente arrivato il giorno del suo ennesimo ritorno.



    Vederlo fu come sempre una ventata di serenità e di amore. Col tempo stava avanzando di grado e ormai mancava poco per diventare Capitano mi diceva. Ero così emozionata per lui, si vedeva che amava quel suo lavoro, nonostante i rischi e le rinunce continue, amavamo tutto della nostra vita. Eravamo nella mia macchina, visto che ormai ero solita andarlo a prendere io. Avevo imparato a guidare grazie a lui e non mi dispiaceva accompagnarlo delle volte.



    -Passiamo da me prima?- chiesi.
    -Si, dai così saluto Lucky!- sorrisi guardando la strada di fronte a me.





    Una volta entrati in casa e lasciate le valigie nel salottino mi avviai verso la cucina. Era sera e non aveva neanche pranzato così decisi di preparargli la cena. Io andavo avanti e dietro dai fornelli e lui era seduto sulla sedia del tavolo da pranzo.
    -Allora, com'è andata?-



    -Bene...stiamo cercando di portare più aiuti umanitari possibili..ma sembra che si lamentino della nostra presenza lì..- era calmo ma mi stava facendo capire che le cose non erano così semplici.



    -L'importante è che non si arrivi ad un vero e proprio scontro, giusto?- chiesi sorridendogli.
    -Speriamo..- c'era poca convinzione e per un attimo pensai che il panico potesse assalirmi, ma subito ripresi l'autocontrollo.
    -Ce la farete in qualsiasi caso, ne sono certa!- dissi con l'ottimismo che era solito. Lo vidi rilassarsi un poco e mi sentii più tranquilla a mia volta.



    -E comunque la cena è pronta!- misi i piatti a tavola per entrambi e mi sedetti di fronte a lui.
    -Sai credo che stavolta ci siamo quasi...all'avanzamento di grado..- sentivo la sua voce emozionata.



    -Sarebbe stupendo tesoro!- dissi sinceramente contenta a quel pensiero.



    -Ed Anthony? Lui come sta? Ho visto che c'era una ragazza all'aeroporto..- chiesi mangiando parte della mia cena.



    -Ah si, ma nulla di serio...non lo vedo convinto, è sempre pensieroso in questi giorni...-
    -Forse non è sicuro della scelta fatta? Col tempo si è dimostrato diverso da quello che pensavate..-
    -Mah non credo...non penso sia la carriera che lo preoccupa...forse inizia ad aver bisogno di una donna al suo fianco...-



    -Beh, anche tu saresti perso senza di me- dissi ironica.



    Lui invece mi guardò intensamente e serio.
    -Questo è sicuro!- sorrisi di fronte a quella ennesima dimostrazione del suo amore per me.



    Lui invece lasciò cadere la forchetta, si alzò in piedi e mi baciò con una tale intensità da lasciarmi perplessa.



    Risposi al bacio con altrettanta passione cercando di capire come mai quel irruento bacio. Poi compresi. Stare lontano da me mesi, dormire senza la certezza che la notte successiva lo si potrà rifare, non ero la sola ad avere paura di poterlo perdere, anche lui temeva di non poter tornare da me ogni mese, anche lui temeva che potessimo perderci. Ero ormai in piedi per rispondere al suo bacio e presa da uno spirito d'iniziativa insolito lo spinsi verso le scale che davano alla mia camera.



    Lui comprese evidentemente le mie intenzioni perchè smise di baciarmi e prendendomi per mano salimmo insieme le scale con cuore che batteva forte ad entrambi.



    Non era la prima volta che vivevamo quell'emozione forte, non era la prima volta che la passione prendeva il sopravvento, ma dopo aver appena compreso le paure un pò di entrambi, fu come se per la prima volta entrambi ci rendessimo conto di quanto tutto ciò che avevamo poteva esserci portata via.
    Come arrivammo in camera riprese a baciarmi, questa volta con più dolcezza rispetto a prima.
    Il seguito fu come sempre un ricordo confuso e magico. Il suo odore, la sua pelle, i suoi baci, le sue braccia che mi tenevano stretta. Quelle meravigliose sensazioni erano tutto ciò che ricordavo.

















    Noah ripartì più o meno un mese dopo, c'erano state delle emergenze improvvise così fu richiamato per un'altro mese ancora. Un mese sì ed uno no potevo stare con l'uomo che amavo, sentivo che la cosa mi stava lentamente ferendo ma cercavo di essere sempre forte per lui, che a quel lavoro ci teneva così tanto. La sua partenza fu l'ennesimo dolore, era come se una parte di me scomparisse per poi restare sola sospesa. Quel giorno avvertivo una strana sensazione che non riuscivo a spiegare. Anthony non era stato chiamato così lo accompagnammo entrambi. Lo vidi allontanarsi piano e poi ero di nuovo sola.
    -Tranquilla, anche questo mese passerà subito..-



    -Già..Anthony possiamo fermarci in un market a metà strada? Nelle vicinanze non ci sono farmacie ed avrei bisogno di qualcosa, mi sento debolissima... - Dissi sistemandomi meglio sul sedile della macchina.



    In quel momento ricevetti la chiamata di Claire. Mi chiese se avevamo accompagnato Noah e se volevamo vederci stasera.
    -Non credo Claire, non mi sento molto bene..-
    -Periodo da donne?- mi chiese lei, sapendo che in quei periodi stavo malissimo. Quella sua frase mi riportò velocemente alla realtà. Ero in ritardo. Sentivo il battito del mio cuore a mille, e me stessa divisa in due. Da una parte speravo non fosse nulla, dall'altra il mio cuore aveva già iniziato ad illudersi.
    -Claire, potresti venire a casa mia tra mezz'ora? E' urgente- lei ovviamente non esitò a dirmi di si.
    Mi feci accompagnare da Anthony al market senza dirgli cosa avevo comprato.



    Era anche lui stranamente silenzioso, forse in imbarazzo per aver intuito qualcosa. Appena arrivammo a casa Claire era già lì.
    -Ant puoi entrare? Ho bisogno di entrambi in entrambi i casi- notai che la comprensione fece capolino sul suo volto e serio parcheggiò la macchina. Li lasciai nel salotto salendo da sola al primo piano e chiudendomi in bagno.



    Seguii attentamente le istruzioni del test di gravidanza come estraniata. L'emozione mi aveva reso silenziosa e rigida. Aspettai senza riuscire a formulare un pensiero razionale. Quando erano passati i minuti necessari presi in mano lo stick tremando quasi.





    -Allora??- era stata Claire in piedi che aveva formulato quella domanda in maniera quasi scorbutica.



    Ant era seduto sul divanetto e mi guardava con apprensione. Non riuscivo più a fiatare così feci un cenno con la testa che voleva dire: sì, sono incinta.
    -Oh mamma!!!- Claire mi corse in contro e mi abbracciò forte -non ci credo, non ci credo!!- sentivo gli occhi inumidirsi e prendere atto della cosa.



    Ero felice, era quella la risposta che avevo sperato appena mi ero ricordata del ritardo. Claire mi teneva ancora stretta a sè, quando mi lasciò incrociai lo sguardo di Ant.



    Era evidentemente contento per me.
    -Glielo scriverai stasera?- disse sorridendomi. L'emozione si smorzò, avrei voluto chiamare Noah, dirgli di correre da me, di tenermi stretta e di essere felice ed emozionato assieme a me, ma non potevo. Lui doveva restare concentrato sul suo lavoro.



    -No, glielo dirò quando torna..- quello per me era un modo per essere certa che sarebbe tornato, gli avrei detto che sarebbe diventato padre.

     
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